Il 12 e 13 Luglio Senigallia rivive il Rinascimento

Opinione comune è ritenere che la semplicità sia facile e la complessità difficile, ma in un mondo dove la stravaganza è cercata in ogni dove, la semplicità è un dono che deve essere ricercato e non rifuggito. Il più delle volte, le piccole cose ci fanno amare la vita e le persone sono dettagli semplici, delicati ma potenti, che ci permettono di sentirci amati e fortunati.

Diceva Bacone: La bellezza è come una gemma preziosa, per la quale la migliore montatura è la più semplice.

Questo è dunque il messaggio che vogliamo dare quest’anno durante le due giornate de Il Solenne Ingresso: la semplicità con la quale i protagonisti della nostra storia, dai duchi al più umile dei popolani, avranno di sicuro vissuto il loro quotidiano, godendo di ogni sorriso offerto loro e del sole alto in cielo che li riscaldava e faceva crescere il grano.

Il 12 e 13 luglio il nostro scopo sarà quello di riuscire a immergere lo spettatore nelle azioni comuni delle persone del 1400, in un crescendo di coinvolgimento che ci porterà tutti quanti dalla concitazione data dai preparativi dell’evento, fino all’attimo più atteso, ossia l’arrivo in città dei nuovi Signori.

Anche il manifesto di questa nuova edizione che come al solito è stato ideato e realizzato dall’artista fotografo Daniele Ferretti, vuole proiettarci in una dimensione intima, sebbene utilizzando un l’inguaggio d’immagini aulico, così come d’altronde, la storia suggerisce di usare.

Al centro una figura allegorica tiene in mano il dipinto de La Madonna di Senigallia. Alle sue spalle la coppia di Duchi quasi in una sorta di eco al quadro, si atteggia come i due protagonisti ai fianchi della Vergine.

La scelta di concentrare l’attenzione su quest’opera non è casuale. Innanzitutto però dobbiamo ringraziare la Galleria Nazionale delle Marche per aver concesso l’uso dei diritti d’immagine del dipinto per promuovere la nostra manifestazione.

Per cercare le ragioni che ci muovono, dobbiamo spostare l’attenzione a qualche tempo prima del nostro fatto. 550 anni fa infatti, con precisione nel 1474, sono accaduti numerosi avvenimenti che hanno portato al possibile sviluppo delle nostre amate vicende.

Il 23 agosto 1474 papa Sisto IV Della Rovere nominò Federico da Montefeltro gonfaloniere della Chiesa e lo investì del titolo ducale. Il 12 ottobre 1474 tutti i cardinali firmavano la Bolla di investitura che concedeva a Giovanni Della Rovere la Signoria su Senigallia e sul Vicariato di Mondavio. Grazie all’esito positivo di lunghe e presunte trattative, due giorni prima, il 10 ottobre 1474, era stato annunciato il fidanzamento del giovane nipote del Papa con Giovanna da Montefeltro.

Secondo alcuni studi sono proprio i due promessi sposi a essere raffigurati nella coppia alle spalle della Madonna di Senigallia di Piero della Francesca. Giovanni in azzurro, Giovanna in rosa. La datazione incerta del dipinto non consente di stabilire per quale occasione fu commissionata l’opera, se per celebrare il fidanzamento o invece le nozze qualche anno dopo.

Il fatto che Giovanni ricevesse la Signoria di Senigallia e il Vicariato di Mondavio era visto in funzione del suo matrimonio: una fanciulla nata da un principe, non poteva sposare che un suo pari.

Per il Duca di Urbino il territorio roveresco costituiva, sia pure indirettamente, un grosso acquisto strategico e politico perché, attraverso qusto patto matrimoniale, il ducato si trovava per la prima volta ad avere un importante sbocco sul mare.

Sperando dunque di aver sufficientemente descritto le motivazioni che quest’anno ci muovono, presto andremo a presentarvi il programma della nuova edizione de Il Solenne Ingresso che come sempre, oltre che i nostri personaggi e le delegazioni ospiti, vedrà animarsi il cuore pulsante della nostra storia, ovvero il quartiere Roveresco su cui si affacciano i più importanti monumenti cittadini: Palazzo Ducale, Palazzetto Baviera e la Rocca.